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Lo strano ordine delle cose

2020   

Lo strano ordine delle cose  utilizza la metafora di "mappe" e/o "reti" per indagare idee narrative e non lineari che consentono di sperimentare  si avvicina all'immagine statica o in movimento. Esplorare il rapporto tra pratica e teoria dell'arte contemporanea e la proliferazione di massa delle nuove tecnologie. Esso  esamina criticamente i dibattiti teorici ed estetici associati ai nascenti media digitali e il loro rapporto con le culture visive analogiche. Impigliata in questo dialogo c'è una gamma eclettica di opere d'arte che sfidano temi come la politica dei dati, la vicinanza emotiva, il sé digitale, l'omogeneità, la quotidianità e la libertà di espressione. Legate da un filo invisibile, queste opere comunicano come le nostre menti e le nostre culture siano tutte parti di un sistema condiviso governato dalle complesse cartografie tra assemblaggi umani e meccanici.

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